Servus servorum Dei, in italiano "servo dei servi di Dio", è uno dei titoli propri del Papa, introdotto da papa Gregorio I come contromossa in seguito all'assunzione nel 587/88 da parte di Giovanni IV Nesteutes patriarca di Costantinopoli dell'attributo di "ecumenico", con l'appoggio dell'imperatore Maurizio, mantenuto poi nonostante le proteste papali e il decreto del successore Foca (607) a conferma del primato della Sede romana, come riconosciuto dai precedenti Concili ecumenici.

Indica la superiorità, ma allo stesso tempo l'umiltà del Pontefice davanti a Dio. "Servo di Dio" è, nell'Antico Testamento, l'appellativo dei profeti: "Parla, Signore, il Tuo servo ti ascolta" (1Sam 3, 9-10).

Sant'Agostino aveva anticipato l'attribuzione di questo titolo a sua madre, santa Monica, più di un secolo prima quando, nelle sue Confessioni, la chiama la "serva servorum tuorum", cioè, "la serva dei tuoi servi", intendendo dire i servi di Dio (Conf. 9,9,22).

Nei Vangeli

Prima di giungere a Cafarnao, luogo di un precedente esorcismo, il Signore rivela che il Figlio dell'uomo sarebbe stato ucciso e risorto dopo tre giorni.

Il Vangelo secondo Marco, riferendosi al suo esempio e al sommo sacrificio per il genere umano nella morte di croce, insegna ai Dodici: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti», e ad accogliere i bambini nel Suo nome.

Note

Voci correlate

  • Primato petrino

Collegamenti esterni

  • Sono il servo di tutti coloro che servono Dio: la vera grandezza di Gregorio Magno, su osservatoreromano.va, Osservatore Romano, 20 marzo 2013. URL consultato il 20 dicembre 2015.

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